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Piante e Fiori

Idrocoltura a casa: come fare

L’idrocoltura è una tecnica di coltivazione che si può facilmente mettere in pratica anche a casa. Il segreto è l’impiego dell’acqua e della argilla espansa al posto del classico terriccio. L’acqua e l’argilla espansa insieme funzioneranno come supporto a tutto l’apparato radicale, insieme a uno specifico vaso doppio.

Poco nota in Italia ma praticata con successo in tutto il mondo, questa tecnica di coltivazione offre diverse possibilità di successo anche a chi non ha il pollice verde o non ha una predisposizione spiccata per il giardinaggio. Il motivo principale è semplice: le piante, con le radici immerse nell’acqua, in questo modo sono praticamente autonome e richiedono solo piccoli interventi sporadici.

In altre parole, l’idrocoltura è la coltivazione delle piante senza l’ausilio della terra. Si utilizza l’acqua per veicolare alle radici le sostanze nutritive, il cui assorbimento è più facile perché i sali minerali, disciolti nell’acqua dei vasi, sono disponibili in una forma direttamente assimilabile dalle piante.

Orchidea bianca, una specie particolarmente adatta all'idrocoltura

Cosa serve per l’idrocoltura

I materiali occorrenti per la coltivazione in idrocoltura sono:

  • il portavaso: involucro esterno ornamentale dentro il quale va inserito l’idrovaso
  • l’idrovaso: il vaso in plastica che deve avere delle particolari caratteristiche
  • l’indicatore di livello: lo strumento che serve per controllare la quantità d’acqua presente nell’idrovaso
  • il substrato di ancoraggio, che sostiene la pianta e permette l’aerazione delle radici. L’argilla espansa è senz’altro la soluzione più indicata perché, oltre a svolgere al meglio queste funzioni, rimane inalterata
  • la soluzione nutritiva

Esistono in commercio molti modelli di idrovaso e portavaso. Tutti hanno in comune le caratteristiche che contraddistinguono il sistema di coltivazione in idrocoltura e hanno all’esterno, facilmente visibile, l’indicatore di livello dell’acqua.

Si può evitarne l’acquisto utilizzando anche comuni cache pot e, come idrovaso, si può usare un contenitore in plastica d’uso alimentare (purché il materiale non ceda alle radici eventuali sostanze tossiche).

Vietati, invece, i recipienti metallici, specie se in rame. La pianta, sistemata dentro l’idrovaso con le radici pulite, viene ancorata tramite argilla espansa: è questo materiale inerte che consente alla pianta di assumere la pastura eretta, riempiendo tutti gli interstizi tra le radici sino al colletto, cioè la parte di passaggio tra l’apparato radicale e la parte aerea.

L’idrovaso va poi riempito d’acqua distillata per poco più di un terzo della sua altezza. L’acqua deve bagnare lo strato inferiore dell’argilla espansa: per capillarità risalirà agli strati superiori veicolando umidità e sali minerali in quantità sufficiente alla vita della pianta.

L’acqua andrà poi aggiunta nel contenitore esterno solo quando è scesa di parecchi centimetri. Il progressivo abbassamento del livello non è dannoso: al contrario favorisce la periodica aerazione delle radici.

L’indicatore di livello

È una semplice scala graduata esterna, se il vaso è trasparente, oppure è un indicatore vero e proprio nel caso in cui i vasi siano opachi. L’indicatore è costituito da un tubo che all’interno contiene un galleggiante che, per mezzo di una piccola asta colorata, consente di rilevare l’altezza dell’acqua.

L’indicatore di livello segna le indicazioni di minimo (MIN) e massimo (MAX). Conviene controllare sempre che l’indicatore sia tarato in modo da segnare il mas-imo quando l’acqua si trova a circa un terzo dell’altezza dell’idrovaso.

Per esempio, il livello dell’acqua in un vaso alto circa 12 cm non deve essere inferiore a 1 cm e non deve salire oltre i 5 centimetri.

La soluzione nutritiva

Esistono soluzioni nutritive specifiche per l’idrocoltura, in genere incapsulate in apposite resine e chiuse in cuscinetti o dischi. In ogni caso, non vanno mai usati i comuni concimi per piante da appartamento: inquinerebbero l’acqua saturandola di sali e trasferendone quantità eccessive alle radici che, non essendo strutturate per filtrare simili quantità, ne rimarrebbero intossicate irrimediabilmente.

La soluzione nutritiva si aggiunge, con il dosaggio indicato dal produttore, quando il livello dell’acqua è al minimo, e versando poi l’acqua sulla soluzione per favorire la più completa penetrazione sul fondo del vaso.

Come funziona l’idrocoltura

Si possono coltivare piante provenienti da serre specializzate in idrocoltura oppure ottenute personalmente facendo radicare in acqua una talea, germogliare un seme, oppure usando piante già coltivate in terra e ben preparate al nuovo substrato.

zona living con piante in vaso di acqua, idrocoltura idroponica

Ecco come si procede:

  • Per prima cosa bisogna scegliere un esemplare sano e adatto. La pianta deve essere giovane e robusta, con radici capillari molto sottili. Si estrae la pianta dal vaso facendo attenzione a non procurare danni alle radici.
  • Immergere il blocco di radici in una bacinella di acqua. Dopo qualche ora la pianta potrà essere ritirata, lasciando disciolta nell’acqua quasi tutta la terra. Sciacquare le radici, servitevi di acqua tiepida per rimuovere completamente gli ultimi residui di terra e controllate lo stato delle radici.
  • Eventuali radici danneggiate dalla coltivazione precedente o che hanno subito danni meccanici durante le operazioni di preparazione possono essere accorciate poco sopra il punto di rottura con una lama pulita e affilata.
  • Tenendo la pianta sollevata con una mano, assicurandovi che il colletto sia un paio di centimetri sotto il bordo del vaso, versate l’argilla espansa precedentemente lavata fino a riempire il vaso. A questo punto la pianta è in grado di reggersi sa sola: non resta che versare acqua a temperatura ambiente. Solo qualche giorno dopo questa operazione si potrà prevedere l’aggiunta di soluzione nutritiva.

L’acqua andrebbe sostituita completamente ogni sei mesi. Si svasa l’esemplare, si lavano le radici sotto un getto d’acqua tiepida e altrettanto si fa con l’argilla espansa, che nel tempo accumula sulla sua superficie porosa impurità e residui.

Nello stesso momento si sostituisce anche il sacchetto di concime e si procede alla pulizia accurata della pianta, rimuovendo foglie danneggiate, radici vecchie e imbrunite. I periodi migliori per questo trattamento sono fine marzo, in previsione dell’estate, e fine settembre, come preparazione all’inverno.

I bulbi in caraffa

Chi non ha il pollice verde ma molta voglia di piante fiorite in casa, può far ricorso all’idrocoltura per coltivare bulbi appositamente preparati. I più popolari sono i giacinti, ma si può trovare anche una bella scelta di narcisi gialli e bianchi e tulipani.

I bulbi, singolarmente, vanno appoggiati sulle apposite caraffe che prevedono un alloggiamento a forma di coppa. La caraffa andrà riempita di acqua, badando che il livello sia un poco più basso della base del bulbo. Questo, infatti, non deve per alcun motivo venire a contatto con l’acqua: saranno le nuove radici a esplorare il mezzo.

Non appena spuntano, si dovrà controllare che il liquido rimanga sempre a 1 cm di distanza dal bulbo. Per la fioritura nel periodo di Natale i bulbi devono essere preparati in ottobre ed essere conservati al buio e al fresco
per 40-60 giorni. Quando sarà spuntato il germoglio che contiene il fiore potrete spostare la caraffa alla luce e al tiepido in casa: dopo alcune settimane spunteranno i fiori! E Ricordatevi che la coltivazione in acqua esaurisce completamente i bulbi.

Tutti i vantaggi dell’idrocoltura

Ci sono molti vantaggi nell’utilizzare questo metodo di coltivazione, soprattutto se siete alle prime armi con il giardinaggio o se fino ad ora non avete avuto grande successo con le piante. Eccoli riassunti brevemente:

  • La pianta in idrocoltura ha bisogno di molta meno manutenzione, a differenza di una qualunque altra pianta in vaso
  • Ha crescita maggiore e più rapida
  • C’è una forte riduzione del rischio di parassiti e malattie
  • Le radici ricevono più ossigenazione
  • Si eliminano in poche mosse muffe a e altri allergeni

Per non rischiare di sbagliare e di uccidere la pianta in poco tempo, è sempre meglio scegliere specie adatte a questo tipo di coltivazione. Meglio ancora se iniziate a coltivare piante con l’idrocoltura in casa scegliendo delle talee radicate direttamente nell’acqua.

Le talee che sono radicate in acqua faranno molta meno fatica ad adattarsi a un substrato di argilla espansa formato prevalentemente da acqua!

Sono diverse le piante adatte all’idrocoltura. Se amate le piante aromatiche potete coltivare il rosmarino proprio a partire da una talea, mentre per quanto riguarda tutte le altre specie quelle più adatte sono:

  • Calathea
  • Ficus
  • Dracena
  • Pothos
  • Philodendro

Potete anche scegliere delle piante di origine tropicale (sì, è compresa anche l’orchidea), oppure optare per piante che hanno un apparato radicale con uno sviluppo molto rapido.

Tra le piante che producono bellissimi fiori, oltre all’orchidea, potete coltivare con l’idrocoltura anche l’Hibiscus, lo Spathiphyllum, la Kalanchoe, l’Anthurium o la Saintpaulia.

Piante grasse coltivate con l’idrocoltura

pianta grassa della famiglia delle Crassulacee, particolarmente adatte all'idrocoltura

Avete deciso di coltivare piante grasse con l’idrocoltura? Diciamo subito che, anche se le succulente sono davvero bello da vedere e sono sempre un’ottima in scelta, in questo caso l’opzione non è delle migliori. 

Questo perché le piante grasse non tollerano l’umidità troppo eccessiva. Ma per fortuna qualche eccezione c’è. Le uniche piante grasse che si possono coltivare con l’idrocoltura sono:

  • Aloe
  • Orchidee
  • Crassulacee

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